Continuano a far discutere le idee progettuali ipotizzate per Livorno e la sua nautica dall’architetto Augusto Cagnardi, il professionista di grande esperienza che attualmente fa parte dello studio milanese Gregotti Associati International e al quale, già nel 2012 sotto l’Amministrazione del Sindaco PD Alessandro Cosimi, venne affidato il tutt’altro che semplice incarico di aggiornare il Piano Strutturale cittadino.
Intervenendo alla riunione della quarta commissione a palazzo Civico, l’architetto Cagnardi ha in primis ribadito che con tutta probabilità servirà ancora molto tempo per arrivare in fondo al lavoro di revisione del Piano Strutturale. E che quindi il sogno ipotizzato dalla Giunta e dall’Assessore Aurigi di terminare questo processo incoincidenza con la fine dell’anno solare corrente, difficilmente finirà con il concretizzarsi.

L’architetto Augusto Cagnardi dello studio Gregoretti Associati International
Formulata questa premessa tutt’altro che incoraggiante, durante i lavori della commissione Cagnardi ha comunque presentato i suoi suggerimenti e consigli.
Il tutto sotto forma di indirizzi d’intervento: casi di studio da approfondire, soprattutto, in termini di concreta fattibilità.
Progetti in alcuni casi anche sin troppo ambiziosi e che, proprio per questo motivo, sono destinati a sollevare polemiche e obiezioni.
Prospettive per infrastrutture, ambiente, economia e cultura che, per una città legata economicamente e socialmente a doppio filo al mare, non hanno potuto tralasciare l’ambito portuale e quello legato alla nautica da diporto.
“Il Porto Mediceo dovrà essere dedicato sostanzialmente al turismo. E i moli oggi riservati alle navi da crociera, quando sarà operativo il nuovo piano regolatore del porto (ovvero quando sarà pronta la Darsena Europa, ndr) andranno restituiti alla città. Questo nella mia visione che spero sia condivisa dalla amministrazione.”
“Realizzare un porto turistico al Maroccone. Qui non basta piantare qualche ombrellone in più per far decollare il turismo. Servono servizi mirati ai diportisti.”
Questi, in estrema sintesi, i due principi pregnanti espressi da Cagnardi in un pezzo di Antonio Fulvi sull’edizione livornese de La Nazione.
Su Il Tirreno, nell’articolo a firma di Giorgio Carlini, possiamo invece approfondire:
“La parte storica e il Porto Mediceo dovrebbero tornare a disposizione della città, piuttosto che nelle mani dei “forestieri”. Perdere queste aree solo perché non ci si è pensato sarebbe un sacrilegio. Livorno deve avere una porta aperta sul mare, dopo che il porto l’ha chiusa inglobando la città. È importante che i cittadini entrino in porto, anche per uno sviluppo econo- mico e una migliore ospitalità per chi oggi scende dalle navi e subito sale su taxi esosi.”
Porticcioli e parchi. Cagnardi passa poi in rassegna studi che riguardano i porticcioli esistenti lungo la costa, e conferma la possibilità di un nuovo porto turistico al Maroccone (…) è necessario inoltre valorizzare i palazzi del centro storico, i fossi e le cantine, elementi “che rendono Livorno una città unica nel suo genere”.

A differenza della natura propriamente élitaria del porto turistico prefigurato da Cagnardi in zona Maroccone, il punto di ormeggio alla Bellana includerebbe nuovi spazi di socializzazione. Aree messe non soltanto a disposizione dei possessori delle barche, bensì dell’intera comunità cittadina
Per dovere di cronaca, sempre negli articoli sopra menzionati, riportiamo le reazioni contrarie di parecchi consiglieri comunali. Questi si sono prontamente opposti a tali proposte progettuali, incalzando l’architetto in primis sullo scoglio più alto e più importante: quello della ricerca degli investimenti.
La risposta di Cagnardi infatti si è limitata a un lapidario:
“Attrarre gli investimenti deve essere il compito principale dell’Amministrazione (…) Con l’apertura del nuovo Piano dovrete mettere da parte il vecchio. Non sarà facile, perché andrete a toccare diritti sanciti da due piani diversi e acquisiti da una parte di cittadini, ma non da un’altra parte. Perciò servirà una attenzione particolare”.
E voi, cosa ne pensate di questi progetti e del potenziale porto turistico nello specchio d’acqua antistante l’area del Maroccone?
Qualora l’ipotesi venisse presa in considerazione, l’opera sarebbe poi più o meno compatibile con il parallelo e contemporaneo avanzamento del Progetto Bellana (promosso dal Consorzio Nautico e, al contrario di quello proposto da Cagnardi, punto di ormeggio destinato unicamente ad ospitare imbarcazioni di diportisti ‘locali’ e quindi finalizzato allo sviluppo e alla promozione di una nautica sociale)?