Malgrado infatti l’approvazione di una strategia per gli anni 2012-2015, il Piano di Gestione dell’AMP non risulta ancora ad oggi approvato. O meglio: il Decreto Ministeriale contenente il regolamento sull’AMP della Meloria esiste ormai dall’inizio dell’estate 2014, approvato e pubblicato ufficialmente dal Ministro dell’Ambiente in persona.
Quella che in realtà continua a latitare è l’opera concreta, in primis relativa al posizionamento delle boe che, sulla carta, avrebbero l’importante compito di delimitazione dell’area maggiormente degna di tutela dell’intera area. Vale a dire la ‘famigerata’ zona A, la parte più vicina alla celeberrima torre della Meloria. La porzione di mare limitrofa a quegli scogli storicamente tanto ambiti da diportisti-bagnanti ma anche da pescatori, subacquei e non, il cui ‘sfruttamento’ sotto qualsiasi forma di attività esso si manifesti risulta al contrario essere da qualche tempo vietato.
Anche per l’estate appena trascorsa, soltanto una linea immaginaria ha quindi costituito il limite teoricamente invalicabile per il transito e l’ancoraggio delle imbarcazioni in zona Meloria: malgrado dalle parti della Capitaneria di Porto si sostenga che i lavori di installazione dei dispositivi di segnalazione sono tuttora in corso, nessuna boa è ancora apparsa all’orizzonte.
La supervisione del rispetto delle sopra citate regole è stato affidato quindi all’attività, pur fervida ma sempre isolata, portata avanti dalla stessa Capitaneria. Un’operazione denominata ‘Mare Sicuro’, con gli uomini della Guardia Costiera impegnati a bordo di ben 12 gommoni e 27 motovedette operative nella tradizionale operazione di prevenzione, controllo ed eventuale sanzionamento di riscontrate irregolarità che si svolge via mare nel corso del periodo estivo. Nel’estate di un anno fa, tale attività portò alla conta di numeri sostanziosi: 8600 i controlli effettuati, con 486 violazioni punite, 186 persone soccorse in mare in 43 diversi interventi.