Apprendiamo con soddisfazione dalla stampa cittadina (per maggiori informazioni si può leggere questa news) che finalmente sono state collocate le boe luminose che delimitano la zona A dell’Area Marina Protetta Secche della Meloria.
La realizzazione concreta di tale infrastruttura rappresentava infatti una condizione necessaria al fine di garantire la delimitazione di un sito il cui accesso è vietato alla nautica da diporto e di conseguenza sanzionato.
Il Consorzio Nautico di Livorno ha sempre chiesto la lungamente annunciata apposizione delle boe in questione, addirittura fin dall’istituzione ufficiale dell’Area Marina Protetta (per maggiore chiarezza, si prenda ad esempio questo articolo de Il Tirreno di cinque anni orsono). Com’è noto, le Secche presenti in quel tratto di mare rappresentano il tradizionale approdo per tanti livornesi amanti della balneazione e della pesca sportiva e amatoriale. La distanza minima da terra, intorno alle 3 miglia marine, rende appetibile tale meta a qualsiasi tipo di natante, permettendo un accesso agevole anche a chi non è dotato di strumenti di rilevazione di coordinate nautiche.
Ci risulta che sia stato approvato un regolamento per l’accesso all’area (i riferimenti normativi del dettaglio, compreso uno specchietto riepilogativo sulle attività consentite nelle differenti aree ovviamente dietro formulazione di richiesta formale, si trovano a questa pagina). Su tale regolamento ci è stato in realtà impedito di esprimere una nostra opinione, essendo stato approvato addirittura, in assenza della Commissione di Riserva. Le menzionata Commissione, in realtà mai istituita, avrebbe in teoria dovuto riunire istituzioni, soggetti scientifici e soggetti sociali interessati ad esprimere le proprie opinioni: tali posizioni avrebbero poi avuto un peso nella compilazione della normativa. Visto che questa fase consultiva non si è mai verificata, il regolamento così com’è stato ufficializzato ad oggi riporta molto indietro, stravolgendola completamente, la discussione sull’uso di quell’area.
In tempi non sospetti, la nautica livornese aveva chiesto e ottenuto dall’allora Sindaco Cosimi di poter sfruttare lo spazio intorno alle torri fino a circa mezzo miglio oltre le stesse, vale a dire lo storico luogo di fruizione per i diportisti. L’intendimento generale era quello di rimanere entro tali confini per evitare proprio un principio di regimazione delle presenze, lasciando la massima libertà alle barche di ancorare dove consentito, praticare la balneazione e la piccola pesca sportiva, amatoriale e ricreativa.
La cosa di cui ci siamo preoccupati è la salvaguardia di una tradizione antica, che non è mai stata di peso al deterioramento ambientale. Tant’è vero, ad esempio, che che non si è mai avvertita anche minimamente una riduzione dei campi di posedonia che popolano i fondali delle Secche.
Riteniamo perciò necessario conservare il tradizionale uso di quell’area per preservare la trasmissione anche futura di una cultura antica e tutta locale: un vero patrimonio della storia nautica di Livorno. Per questo motivo abbiamo chiesto al Comune di Livorno, incontrando di persona il Sindaco Nogarin e gli Assessori Aurigi e Vece (per il riassunto del faccia a faccia, si può recuperare leggendo questo intervento pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale del Consorzio), che la stessa Amministrazione si faccia quanto prima promotrice di modifiche al regolamento ‘incriminato’. E’ tanto necessario quanto urgente semplificare le procedure ed evitare inutili sprechi di tempo per affrontare passaggi burocratici che risulterebbero gravosi anche dal punto di vista economico.
Secondo la posizione del Consorzio, più volte ribadita pubblicamente, sarebbe sufficiente consentire agli aventi diritto, ovvero i cittadini residenti a Livorno, Collesalvetti e Pisa, di navigare in tutta l’area B senza necessità di chiedere superflui permessi all’ente gestore. Idem per quanto concerne anche le parallele attività di ormeggio/ancoraggio, balneazione, pesca amatoriale e sportiva. Il tutto condividendo al massimo la necessità di tutelare l’ambiente marino e controllare che nell’AMP vi sia il massimo rispetto delle regolare da parte di ciascun frequentatore.