E’ di queste ore la notizia che l’Autorità Portuale di Livorno, attraverso l’incarico affidato a suo tempo ad una cooperativa, ha provveduto finalmente ad effettuare una pulizia approfondita di alcune aree demaniali di sua competenza: gli scalandroni e gli spazi destinati alla discesa dalla sede stradale sino alle cantine sotterranee lungo il circuito dei Fossi.
Un’operazione sicuramente lodevole ma che, specie se inquadrata nell’ottica del braccio di ferro burocratico legato alla tassa sui rifiuti ancora tutt’oggi aperto con il Consorzio Nautico (i cui dettagli, potete recuperare leggendo questo articolo), assume più i contorni di uno spot promozionale. Una pubblicità finalizzata a perorare la causa di richieste fiscali ingiustificate, riguardanti un periodo antecedente a quello attuale e relative ad una fantomatica e pregressa attività di pulizia, peraltro in realtà mai svolta nei fatti.
Di seguito, ecco i dettagli dell’operazione tanto decantata dai vertici di Palazzo Rosciano e descritti con enfasi anche dagli articoli online dedicati da Il Tirreno e quilivorno.it:
“Ripuliti da cima a fondo e liberati da malerbe e piante infestanti. I Fossi Medicei appaiono ora in tutta la loro originaria bellezza. A rimetterli a lucido è stata la cooperativa sociale Onlus Ponteverde, cui l’Autorità Portuale di Livorno aveva affidato i lavori lo scorso febbraio.
Per due volte, da febbraio a maggio, e da luglio ad oggi, l’Apl ha dovuto mettere mano alle attività di pulizia, e non è escluso che una terza maxi operazione possa essere avviata fra breve, ma alla fine ne è valsa la pena: dove prima c’era una folta vegetazione ora si distinguono chiaramente i blocchi di pietra degli Scali D’Azeglio, di quelli Olandesi e di tutte le spallette che costeggiano i canali del Pentangono del Buontalenti.
«Non ci sono soltanto grandi opere infrastrutturali o grandi progetti – ha detto il segretario generale dell’Authority, Massimo Provinciali –, anche queste piccole attività di manutenzione hanno una loro pubblica utilità, e sono il nostro contributo alla città perché sia sempre più accogliente e vivibile».”
Nel frattempo però è davvero buffo e paradossale che, proprio in contemporanea con la diffusione di questa notizia, uno dei nostri soci continui a inviarci via mail, con cadenza quasi quotidiana, immagini di rifiuti galleggianti in bella mostra. Questo a precisa testimonianza dello stato di sporcizia e degrado nel quale versa ancora la maggior parte dell’alveo dei Fossi.
Proprio quello stesso specchio acqueo sul quale l’Autorità Portuale, attraverso Aamps soggetto concessionario del ‘presunto’ servizio, sta perseverando nel sollecitare e mettere in mora i Circoli Nautici ai fini del pagamento delle fatture emesse per il servizio di pulizia e raccolta rifiuti (per recuperare i capitoli precedenti della ‘telenovela’, leggete qui il pezzo de La Nazione).
Rifiuti che di certo non vengono prodotti dai diportisti: i posti barca dei Consorziati oggetto delle concessioni demaniali sui Fossi Medicei cittadini non rappresentano un porto turistico, bensì diversi punti di ormeggio. Se ne evince come, date queste circostanze, per questi ultimi sia possibile solo il semplice stazionamento dell’imbarcazione, trattandosi di aree dotate solo di attrezzature minime indispensabili per l’ormeggio e l’alaggio di piccole imbarcazioni. Di conseguenza, mancando la vita a bordo, non si spiega come vi possa essere anche la produzione di rifiuti.
Tutto ciò malgrado quanto risposto già nel giugno scorso dal Presidente del Consorzio Piero Mantellassi, in una missiva ufficiale recapitata all’azienda municipalizzata:
“Alla luce di quanto sopra, e contrariamente a quanto da Voi sostenuto, sussistono seri e fondati dubbi sulla legittimità dell’operata fatturazione relativa ad inesistenti operazioni di pulizia dei Fossi e di raccolta dei rifiuti e, pertanto, Vi chiediamo formalmente di voler provvedere a stornare le fatture emesse nei confronti dei diversi Circoli nautici nostri Consorziati, emettendo relativa nota di credito, non ritenendo dovuti gli importi nelle stesse indicati. Si aggiunge inoltre che la questione è attualmente sub iudice avendo questo Consorzio, in nome e per conto dei circoli aderenti, proposto ricorso al TAR.”
Il sig. Franco Casali, in rappresentanza del Circolo Pesca Il Parago che ha sede nei pressi di Piazza della Repubblica, ci invia questi scatti che si commentano da soli.
