Dal Circolo Pesca ‘Il Parago’, uno dei soggetti appartenenti al nostro Consorzio, e più precisamente attraverso la testimonianza fornitaci dal suo Presidente Franco Casali, ci giunge la lamentela per un fenomeno di malcostume legato all’eccessiva velocità di navigazione tenuta da alcune imbarcazioni, nel corso del loro transito in entrata ed uscita dai Fossi.
“… in particolare, qualcuno si permette anche forti accelerazioni all’interno del ponte di piazza della Repubblica. Manovre che generano nel tunnel, per effetto della compressione, forti onde. E che soprattutto hanno già procurato danni alle barche lì ormeggiate.”

Facciamo tesoro quindi di tale segnalazione e invitiamo quindi ancora una volta tutti i diportisti alla massima prudenza e all’osservanza delle norme vigenti, nel rispetto della collettività.
Peraltro, ad esempio già nell’ormai lontano sette luglio del 2003, il Consorzio Nautico si era espresso pubblicamente sull’argomento attraverso le pagine de Il Tirreno:
Sul problema della velocità delle imbarcazioni nei fossi interviene il Presidente del Consorzio Nautico Fossi Livorno Piero Mantellassi che, in merito alle molte lamentele che arrivano, ricorda che «certe velocità elevate possono mettere a repentaglio la sicurezza delle persone e delle barche ormeggiate».
«La produzione – scrive – della fastidiosa onda a poppa crea, notoriamente scompiglio sulle imbarcazioni ormeggiate ai lati».
Il Consorzio ricorda che non esiste una velocità precisa da tenere, ma esiste però un riferimento preciso dato che l’onda che si produce è proporzionale alla velocità della barca.
«Nonostante i numerosi appelli che vengono fatti – continua il Consorzio – persistono forme di indisciplina che creano notevole disagio».
Capitaneria, Polmare e Consorzio stesso invitano i diportisti alla prudenza.
In seguito propio a tale interessamento, fu la Capitaneria di Porto di Livorno competente per giurisdizione a sancire esplicitamente un definitivo limite di velocità negli specchi d’acqua sia portuali che all’interno del circuito dei Fossi, fissando tale massimale sui TRE NODI (e/o comunque una velocità minima di governabilità).
Sempre restando in tema e attingendo dall’archivio di raccomandazioni espresse in tempi non sospetti da addetti ai lavori, Istituzioni e Autorità preposte al controllo, troviamo una circolare n° 22104 datata 16 luglio 2010: una comunicazione ufficiale indirizzata dalla Capitaneria direttamente allo Yacht Club che trova sede in via del Molo Mediceo 21.
Il documento suggellava alcuni punti cardine in merito alla sicurezza della navigazione all’intero degli specchi acquei portuali.
Anche quest’anno, con l’arrivo della stagione estiva, si registra un sensibile aumento del traffico diportistico; tale traffico, come è noto, interessa principalmente il Porto Mediceo e l’Avamposto, specchi acquei portuali questi, di transito “obbligato” per le unità da diporto che stazionano nei fossi ed ai pontili presenti in Darsena Nuova e nello stesso Porto Mediceo. Peraltro, la stagione estiva determina, per il porto di Livorno, anche un notevole aumento del traffico di navi da crociera e di navi traghetto da e per le isole, che si unisce al traffico commerciale, e che impegna, prevalentemente, gli stessi specchi acquei portuali interessati dal suddetto traffico diportistico.
Si determina così, nei medesimi bacini, una situazione di traffici eterogenei che impone una generale presa di coscienza della necessità di attenersi a principi di prudenza marinaresca nell’esercizio dell’attività di navigazione; la consapevolezza delle dimensioni di una nave, rispetto a quella di un’unità da diporto, deve indurre il conduttore di quest’ultima, a mettere in atto ogni accorgimento di prudenza e di sicurezza volto ad evitare il verificarsi di situazioni di pregiudizio, anche potenziale; così come il moto ondoso prodotto dal movimento dei propulsori delle navi, lurante le evoluzioni o le manovre di ormeggio e di disormeggio, può provocare un repentino allontanamento o un risucchio di una unità minore che non si mantenga ad adeguata distanza, determinando, così, il verificarsi di situazioni pericolose non solo per l’imbarcazione ma anche, e soprattutto, per le persone a bordo.
In questi casi, si consiglia di attendere in sosta il termine della manovra lontana da situazioni di stress, ovvero da possibili manovre che non sempre possono assicurare il buon esito. Si è avuto modo di rilevare che, non sempre, i conduttori delle unità da diporto si attengono a tali principi di prudenza ed, in specie, al rispetto delle norme del “Regolamento per la disciplina dei Servizi Marittimi e degli Accosti nei porto di Livorno” approvato con Ordinanza nr. 24 in data 31.03.1994, che regolamentano la navigazione da diporto in ambito portuale.
In particolare, in ambito portuale, tali unità NON POSSONO navigare con velocità superiore a 5 nodi, effettuare evoluzioni durante la navigazione, sostare, anche se ancorate, fuori dai loro posti di ormeggio, ormeggiare alle banchine commerciali del porto senza esplicita autorizzazione dell’Autorità Marittima, ormeggiarsi o tonneggiarsi sulle boe di segnalamento poste nell’Avamposto o nei canali navigabili del porto.
Esse POSSONO navigare ed effettuare movimenti, al solo fine di transito, senza limitazioni di orario, con l’obbligo di accertarsi che non sorgano condizioni di pericolo per la contemporanea navigazione o movimento di altre navi; DEVONO inoltre tenersi pronte a dar fondo all’ancora all’occorrenza e a segnalare convenientemente con mezzi acustici le proprie manovre alle altre imbarcazioni e la propria presenza in caso di nebbia o foschia.
Dette unità NON DEVONO intralciare, qualunque sia il loro mezzo di propulsione, la manovra delle altre navi in manovra (di entrata/uscita dal porto) e DEVONO dar loro la precedenza nella rotta; a tal fine devono accostare il più possibile alla sponda libera più vicina e possibilmente accostarsi alla stessa, per il tempo strettamente necessario, non appena si rendono conto di stare per incrociare o di essere sorpassate.
Il naviglio da diporto e da pesca DEVE lasciare libera la rotta ai mezzi nautici addetti ai servizi portuali (Piloti, Ormeggiatori e Rimorchiatori) quando questi sono impegnati in manovra con navi dirette o provenienti dalle banchine portuali. Le navi, anche se rimorchiate, che entrino oppure escano dal porto, hanno la precedenza sul naviglio da diporto e da pesca, nonché sui rimorchiatori anche rimorchianti piccoli natanti, maone, chiatte e pontoni di qualunque tipo. Durante le manovre in ambito portuale, i conduttori DEVONO prestare la massima attenzione a che non siano in corso manovre da parte di navi commerciali che, in ogni caso – non applicandosi il “Regolamento per evitare gli abbordi in mare” — hanno sempre la precedenza.

E’ facilmente intuibile che tali norme, per le caratteristiche tecnico nautiche di ciascun mezzo, privilegiano, ovviamente, il traffico commerciale rispetto a quello diportistico; i conduttori di queste unità devono, pertanto, essere ben consapevoli degli obblighi loro imposti dal quadro normativo descritto, adottando, di conseguenza, tutte le cautele ed un comportamento adeguato, necessario ad evitare ogni e qualsiasi situazione di pericolo. (…) Questo Comando, allo scopo di assicurare il rispetto delle citate disposizioni e di garantire la sicurezza della navigazione in ambito portuale, consapevole del profondo legame che unisce i livornesi al mare, confida nella collaborazione di tutti per il pieno recepimento delle estese raccomandazioni.
In caso di avvistamento di una esplicita trasgressione a tutto quanto elencato sopra, il Consorzio suggerisce quindi di fornire una tempestiva segnalazione al contatto telefonico dell’Ufficio Sicurezza Navigazione: 0586/826070.